Innanzitutto, occorre enfatizzare la sottile ma fondamentale differenza tra “controllo” e “monitoraggio”. Quando il controllo ossessivo prende il sopravvento, l’operatività si blocca e la crescita va a rilento: proliferano gli scarsi e i lacchè.
Un esempio concreto lo dimostra quando abbiamo ragionato all’opposto: cambiare approccio può davvero liberare energie nascoste.
Gestire ogni problema con continui interventi dall’alto trasformava l’intera organizzazione in una macchina lenta e capo-centrica. Ogni decisione richiedeva un via libera, ogni processo si incagliava nei dettagli, ma il capo era contento perchè “controllava” tutto.
La svolta è arrivata con l’introduzione di un sistema auto-riparante. Non servivano più riunioni infinite per aggiustare le cose. Le operazioni hanno iniziato a scorrere, il management ha ritrovato tempo e spazio per dedicarsi alla strategia.
Autonomia non significa lasciare tutto al caso. È stato un lavoro di progettazione e disciplina, con l’obiettivo di rendere l’organizzazione solida e flessibile allo stesso tempo. Il risultato? Meno controllo, più risultati. Una vera rivoluzione silenziosa.
MENO CONTROLLO CON PIÙ RISULTATI?

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