Tutti sembrano tranquilli, sorridenti, persino entusiasti. Ma poi, fuori dai cancelli, iniziano a filtrare malumori, battute amare, critiche mai dette in faccia. La sensazione è chiara: qualcosa dentro si è rotto.
Non si tratta di tradimenti o doppi giochi. È più sottile. È quel momento in cui le persone smettono di dire davvero cosa pensano, e iniziano a muoversi col freno a mano tirato. Per non esporsi, per non rischiare, per non complicarsi la vita.
Succede quando il clima “positivo” diventa solo facciata. Quando il confronto si trasforma in coreografia. Le parole si fanno leggere, i feedback si fanno vaghi, e l’energia si abbassa. Tutti collaborano, ma con il minimo indispensabile.
In queste situazioni, il problema non è solo il silenzio. È che l’azienda comincia a funzionare su binari paralleli: da una parte ciò che si dice, dall’altra ciò che si pensa. E lì, prima o poi, qualcosa deraglia.