Quando non c’è un vero piano per passare il testimone, non si parla di impresa familiare. È solo un lavoro con spettatori in tribuna, che aspettano di capire cosa succede alla fine della partita.
Restare al comando per passione è comprensibile. Ma se tutto ruota intorno a una sola persona, anche la macchina più rodata prima o poi si inceppa. Una vera organizzazione regge anche quando il fondatore si fa da parte e va a godersi il tempo che si è guadagnato.
Il punto non è scegliere “chi” prenderà il timone, ma costruire un sistema che non crolli quando chi lo guida decide di cambiare rotta. È lì che si vede la differenza tra leadership e controllo.
Quando i figli diventano semplici esecutori, parcheggiati in attesa di qualcosa che non arriva, il rischio è che si disinneschino. E con loro, anche l’energia che serve per far durare davvero un’eredità.